Le istituzioni sanitarie di Inghilterra e Nuova Zelanda, insieme alle associazioni professionali dei medici, valutano positivamente l’equilibrio tra rischi e benefici delle sigarette elettroniche, incoraggiando gli operatori sanitari a considerarle una risorsa simile ai medicinali e al supporto comportamentale per smettere di fumare. Questo approccio è stato accolto con favore, e si raccomanda alle organizzazioni sanitarie americane, canadesi e australiane di adottare una visione più aperta nei confronti delle sigarette elettroniche come strumento di cessazione del fumo.

La dottoressa Nancy Rigotti, dal Massachusetts General Hospital, sottolinea i punti chiave di uno studio di cui è coautrice, recentemente pubblicato su Nature con il titolo “Nicotine E-Cigarettes as a Tool for Smoking Cessation”. Lo studio conferma l’efficacia del vaping nel supportare i fumatori che vogliono smettere. La notorietà dei suoi quattro autori (Kenneth E. Warner, Neal L. Benowitz, Ann McNeill e Nancy Rigotti), tutti esperti accademici nel campo della cessazione del fumo, ha contribuito all’ampia discussione nella comunità scientifica.

Per comprendere meglio il contesto, è utile esaminare il curriculum di Rigotti, attualmente capo associato della Divisione di medicina interna generale presso il Massachusetts General Hospital e fondatrice e direttrice del Centro di ricerca e cura del tabacco. Rigotti è anche co-direttrice del Mass General site presso la Harvard Medical School Fellowship. La sua vasta esperienza include la presidenza della Society of General Internal Medicine e della Society for Research in Nicotine and Tobacco, oltre a ruoli di direzione presso l’Università di Harvard.

Basandosi sulla sua esperienza pluriennale, Nancy Rigotti sostiene che le sigarette elettroniche possano essere un valido ausilio per i fumatori adulti che desiderano smettere. Il loro studio dimostra che l’uso delle e-cig favorisce la cessazione del fumo più delle terapie sostitutive con nicotina e che c’è una relazione inversa tra la vendita di sigarette elettroniche e di tabacco convenzionale. Rigotti sottolinea che la nicotina non è responsabile dei danni associati al fumo e che le sigarette elettroniche contengono una quantità significativamente inferiore di sostanze chimiche rispetto alle sigarette tradizionali, con livelli molto più bassi di sostanze tossiche.

Kenneth Warner, un altro autore dello studio e docente emerito di Salute pubblica e Politica e gestione sanitaria presso l’Università di Michigan, concorda sull’importanza delle sigarette elettroniche nel sostegno ai fumatori che vogliono smettere. Warner sottolinea che, nonostante ciò, il potenziale delle e-cig è spesso sottovalutato da fumatori e operatori sanitari. Egli chiude il suo intervento con un appello ai governi affinché adottino politiche simili a quelle del Regno Unito e della Nuova Zelanda, riconoscendo che le sigarette elettroniche, sebbene non siano una soluzione miracolosa, possono contribuire significativamente alla lotta contro i danni causati dal fumo.